Quei due..., Foto CC Ole Haug via Flickr for AktivOslo
Di Chiara Papaccio
D'accordo, è così da tempo immemore e raccontarlo non servirà a fermare un atteggiamento che è incastrato nella natura dell'ambiente musicale, che compie delle orbite più o meno strette intorno all'ultimo trend di stagione da prima che esistesse Rolling Stone. Però... Non vi sembra che quest'anno appena trascorso sia stato affollato in maniera un po' troppo insistente di band ai minimi termini? Come i Kills. Come i White Stripes. Come - e forse è proprio per questo ultimo nome che succede così spesso - i Black Keys.
Oltre alle già consolidate tendenze di nascondersi dietro una maschera o di registrate tutto in cameretta in maniera autogestita, il 2012 in musica ha visto definitivamente esplodere il trend dei gruppi a due. Usiamo la parola trend non a caso: perché va di moda essere un duo batteria e chitarra e questa moda il music biz la abbraccia, la adotta, la... spreme. Prima di passare a concentrare la sua attenzione altrove.
Interessante è che quest'ultima ondata di hype sia scoppiata specialmente in Italia, dove si sa che la classifica ufficiale raccoglie ben altro, ma dove esiste anche un mercato parallelo a quello della discografia da top ten, alta rotazione radiofonica e videoclip, quella per intenderci da comparsate sul palco dell'Ariston o al massimo presso qualche talent show: è il giro dei locali, della musica dal vivo, dove hanno trovato accoglienza e terreno fertile tutte queste band che fanno della ricerca delle radici (blues) e del suono minimale una filosofia che si accompagna spesso al recupero di strumentazione vintage. A questo giro si rivolgono, spesso senza malizia, binomi musicali che garantiscono grandi sudate, grandi bevute, e buoni incassi in un momento in cui nemmeno le sicurissime cover band riescono a riempire un locale come una volta.
Mojomatics e Bud Spencer Blues Explosion hanno una seniority diversa e maggiore, ma sono fieri rappresentanti di un'inaggirabile tendenza che si sta allargando sempre più da queste parti. Per dei Melampus che si discostano, anche come fonti di ispirazione, dalla massa, registriamo in questo particolare censimento Matteo Toni, che pur con nome di battesimo gira in duo, e poi gli Sportivi, i Wildmen, i Sadside Project, i Sorry Ok Yes che pur di farsi strada hanno attraversato l'Atlantico, emigrando in Canada. E moltissimi di questi sono stati ospiti su queste pagine (pregasi far lavorare il motore di ricerca interno per verificare). La nostra non è ipocrisia: ci piace davvero quello che fanno. Però all'ennesima proposta scatta l'addizione, e qualcosa non torna. Non è una notazione acida, si badi bene, ma rimaniamo dalle parti delle espressioni chimiche per ricordare che in un - ancora una volta - ambiente così piccolo si rischia la saturazione, sia di genere proposto che di tipo di formazione. Allora, per quest'anno nuovo permetteteci di lanciare un invito: a chi medita di fondare una band di questo stesso tipo... almeno prendetevi un bassista.