Immagine di Francesco Sangalli
Di Fabio De Luca
Come tutte le famiglie del mondo, anche la famiglia musicale di “RS” si è riunita attorno al tavolo per il tradizionale cenone. Purtroppo – sì, siamo teste calde, e quando si tratta di musica pure dei notevoli pipparoli – tempo cinque minuti ed è divampata la discussione su quale fosse la canzone di Natale più bella di tutti i tempi. Così – sempre nel rispetto della tradizione, che in questi giorni prescrive di essere particolarmente buoni – si è democraticamente deciso di far votare a ciascuno la propria canzone di Natale preferita (non necessariamente la più bella in assoluto, quindi: la preferita), accompagnandola con un breve messaggio di spegazione. Sul “breve” qualcuno non è riuscito a resistere alla tentazione di sbrodolare... Ma, come si è detto, quando si tratta di musica non riusciamo proprio a contenerci. (PS: auguri!).
The Darkness: Christmas Time (Don’t Let the Bells End) «Non c'è niente che sappia più di ghirlande luccicanti, carta da pacchi colorata e bontà caramellosa che questa canzone. La colonna sonora perfetta per un natale dickensiano in calzamaglia» (Andrea Carraro)
Vince Guaraldi Trio: Christmas Time Is Here «Come, perché? Jazz e cartoni animati, cosa c'è di meglio quando si è bloccati in casa da mezzo metro di neve?» (Chiara Papaccio)
Three Wise Men: Thanks for Christmas «Subito dopo l’inarrivabile Christmas (Baby Please come Home) di Darlene Love/Phil Spector, per me c’è questo capolavoro minore delle icone new wave inglesi Xtc sotto falso nome, all’apice della loro creatività» (Fabio De Luca)
Sean P: How Sean Price Stole Christmas «Perché non c'è Natale senza un Grinch che rappa!» (Maurizio Ridolfo)
Queen: Thank God It's Christmas «Per ragioni nostalgiche scelgo questo pacchianissimo inedito dei beneamati Queen. Prima di tutto perché il mix 12" è sempre stato un pezzo raro. E poi, chi non vorrebbe passare il Natale a scartare regali con Freddie Mercury?» (Michele Primi)
Frankie Goes To Hollywood: The Power of Love «Perchè – ora non vorrei rovinarvi il Natale, eh – ricordo che passava il video su VideoMusic e sotto, una scritta: 'VM condanna la strage di ieri notte sul rapido Napoli-Milano e manifesta il suo cordoglio alle alle famiglie', e io ero un ragazzo, nemmeno troppo sveglio, ed erano troppi corticircuiti per me: i ricchionissimi Frankie che cantavano l'amore di Gesù Bambino, le famiglie, la bomba, questo Paese. "Love is the light scaring darkness away”» (Paolo Madeddu)
Darlene Love: Christmas (Baby Please Come Home) «Perché se non sei donna, il Natale non lo capisci» (Franco Capacchione)
Sufjan Stevens feat. Marla Hansen: Coventry Carol «Mi considero ferrata sulle canzoni di Natale, ma tra tutte quelle che potrei scegliere mi butto su un pezzo vecchissimo e nuovissimo insieme. Questa è una carol del XVI secolo rifatta da Sufjan Stevens nel nuovo Silver & Gold e toglie semplicemente il fiato» (Marina Pierri)
Run DMC: Christmas in Hollis «Più puttana è la festa, più credibile è anche la peggior crosta anni ’80. E quindi ecco i Run DMC, che all'epoca – io tipo che andavo all'asilo – non avrei potuto immaginare che la pensavamo uguale. A proposito di favole» (Michele Wad Caporosso)
The Yobs: Who Had All The Christmas Cake? «Una punk band, the Boys che canta delle feste di Natale? Irrispettosi (cosa vi ricorda l'inizio?) e ironici nel testo. Incredibili» (Fabio Schiavo)
The Flaming Lips: Christmas at the Zoo «C'è sempre qualcosa che stordisce, nel Natale. Le luci intermittenti e coloratissime, i lustrini, le endorfine sprigionate dal sovradosaggio di cioccolata, la vecchia zia che ti regala il libro di Forattini e quel parente alla lontana che hai visto l'ultima volta quando avevi dodici anni e che rispunta all'improvviso convinto che il tempo si sia fermato. Quello che ti regala sempre soldi. Quello che ti chiede perché ancora non ti sei sposato. Quello che ti fa notare che hai messo su qualche chilo e ti domanda se finalmente ti sei trovato un lavoro vero oppure perdi ancora tempo con “quella musica alternativa tipo gli U2”. E poi: ragazzini che corrono, ragazzini che giocano, ragazzini che piangono, ragazzini che scartano i regali, ragazzini che litigano, ragazzini che salgono in piedi sulla sedia per recitare le poesie. Insomma: io a Natale mi drogo duro» (Emiliano Colasanti)
I Camillas: Pop Natale «“...A volte nelle notti di dicembre mi sembra di vedere tutto chiaro. A volte nelle notti di dicembre ritrovo anche tutto il mio decoro. Credevo di essere un signore e invece non sono che un pandoro...” Aspettare che passi anche 'sto Natale è più facile in compagnia dei fratelli. Se non si gioca in casa a Natale, quando?» (Davide Brace)
Bob Dylan: Ring Them Bells «Perché? Perché c'è un po' tutto, dalle campanelle (o meglio: “squille”) al senso del religioso a un dolce tono apocalittico da fine-di-mondo. Indicatissimo per gli ultimi giorni prima di...» (Manlio Benigni)
John Lennon: Happy Xmas (War Is Over) «Considerati i tempi, il brano più pregnante del Natale 2012 emergerebbe d'un tratto da cuore e memoria e rinvigorirebbe i versi immortali di tal John Lennon, peraltro già ai tempi obnubilato da un amore un po' troppo 'ndo Ono Ono – una cecità che ancor di più tinge il brano di contemporaneo – e quindi eccolo. PS: Tuttavia, considerando che il Natale è tempo di suicidi, qual modo più dolce di salutare il mondo della rilettura di Vivaldi a opera di Max Richter. Per inciso tratta da uno dei dischi dell'anno...» (Emilio Cozzi)
His Clancyness: Buying Pine Scents «Ogni anno arrivi all'ultimo momento, credi di essere troppo stanco, di non avere tempo per pensarci, e poi un giorno freddo e indaffarato ecco che ti ritrovi a dire nonostante tutto "It feels like Christmas once again". Quando succede a me, in testa mi suona questa canzone di His Clancyness, e voglio bene a un sacco di persone» (Enzo Baruffaldi)
David Bowie & Bing Crosby: Peace on Earth/The Little Drummer Boy «Premesso che non sono un fan del Natale, ho comunque una discreta collezione di versioni natalizie, che – però – in questi giorni diventano tutte troppo banali (incluso Lennon, The Pogues con Kirsty MacColl e Greg Lake con I Believe in Father Christmas, forse le mie preferite). Per questa occasione avrei dunque scelto un duetto che forse non tutti conoscono. Credo che la parte più bella non sia l’esecuzione in sé (peraltro ottima), quanto la gag introduttiva...» (Angelo Vaggi)