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John Cale porta a New York il suo tributo a Nico

La locandina del tributo, Foto via Brooklyn Academy of Music

Di David Chiu

Nelle note al cofanetto Peel Slowly and See dei Velvet Underground, John Cale scriveva così di Nico: "Parte del suo "modus operandi" veniva equivocato, perché da un lato aveva una visione dell'universo naif, quasi beatifica, mentre dall'altro era una persona forte e dal carattere dominante. Non accettava stronzate da nessuno". Un' analisi accurata della scomparsa cantante, i cui album solisti a cavallo fra anni '60 e '70, caratterizzati dalla sua voce unica e dal forte accento e da uno stile minimal Cale produsse all'insegna della sperimentazione.

Quest'anno Nico avrebbe compiuto 75 anni: morì nel 1988 cadendo da una bicicletta in quel di Ibiza. Mercoledì Cale ha allestito una celebrazione della musica della vocalist, Life Along the Borderline: A Tribute to Nico (già passato, con un cast diverso, dall'Italia, ndri), che ha coinvolto fra gli altri gli Yeasayer, Sharon Van Etten, Kim Gordon, Peaches e Alison Mosshart dei Kills e Dead Weather. Cale e la sua band, insieme a una sezione di archi, hanno fornito la buona parte dell'accompagnamento.

Per coloro che hanno ben presente il catalogo di Nico, lo show è stato imprevedibile: tanto per cominciare, nessuno ha cantato Femme Fatale, I'll Be Your Mirror o All Tomorrow's Parties, le tre canzoni che Nico interpretò su The Velvet Underground and Nico, l'album del 1967 che fu l'unico della band al quale collaborò. Secondariamente, laddove le registrazioni originali di Nico erano ridotte all'osso dal punto di vista sonoro, durante Life Along the Borderline molti brani sono stati rilavorati fino a comprendere molta più strumentazione, alla fine mostrando diversi stili musicali decisamente eclettici.

Il tributo ha preso il via con John Cale e Meshell Ndegeocello, insieme per Frozen Warnings, originariamente da The Marble Index del 1969 e riletta come un pezzo rock. La versione degli Yeasayer di Janitor of Lunacy aveva un che di dance-funk ma al tempo stesso di mediorientale. Kim Gordon e Peaches hanno aggiunto alle loro performance, rispettivamente, delle chitarre abrasive e suoni elettronici.

Altri ospiti hanno lasciato che lo spirito di Nico li permeasse. Sola al pianoforte, Joan As Police Woman ha interpretato in maniera meravigliosa My Heart Is Empty e poco dopo ha bissato con Ari's Song, eseguita con Cale e band. Forse la più vicina, dal punto di vista sonoro, a Nico è stata Sharon Van Etten, interprete prima di The Falconer e poi di My Only Child, mentre Stephen Merritt dei Magnetic Fields ha prestato il suo tono baritonale a No One Is There. Quasi in chiusura, lo stesso Cale ha interpretato Facing the Wind, un'altra traccia da The Marble Index, che lui stesso aveva prodotto. L'ultimo brano in scaletta, Sixty/Forty, lo ha visto sul palco insieme a tutti gli ospiti del tributo. E continuerà a esplorare il suo passato musicale: stasera e domani Cale si esibirà alla Brooklyn Academy of Music dove suonerà integralmente il suo album del 1973, Paris 1919, insieme alla Wordless Music Orchestra.

2010: Joan As Police Woman suona My Heart Is Empty a Roma:

The Velvet Underground & Nico

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