La copertina dedicata a Charley Patton, Foto Rob Jones/Third Man Records
Di Chiara PapaccioIl 2013 di Jack White e della sua Third Man Records inizia nel segno delle ristampe e di una nuova collana per la piccola etichetta di Nashville: in collaborazione con la Document Records, dal 29 gennaio saranno pubblicati "a puntate" i dischi comprendenti l'intera produzione di alcuni tra gli artisti più importanti della storia del blues ma che, al tempo stesso, corrono il rischio di essere dimenticati dal pubblico.
L'intenzione di White e della sua label è doppiamente nobile, perché se su un piatto della bilancia sta l'omaggio puro dall'altro c'è un interesse quasi "filologico": alla maniera del celebre Alan Lomax, c'è il tentativo di recuperare una storia della musica degli Stati Uniti che rischia di andare perduta per sempre a causa dello spezzettamento e della dispersione di discografie che, come si legge in una nota diffusa dall'etichetta, "sono i mattoni del DNA della cultura nord-americana. Il blues, l'R&B, Elvis Presley, anche il punk rock… condividono radici che portano al suono di dischi che ancora oggi sono vitali".
E allora ecco i primi tre dischi in catalogo: a fine mese saranno disponibili le uscite dedicate a Charley Patton, Blind Willie McTell e The Mississippi Sheiks rispettivamente. Tutti marcati "Volume I", perché sia chiaro a tutti che l'operazione non si esaurirà subito e sarà spalmata su più mesi, probabilmente più anni.
Chi sono gli interessati da questo recupero? Di Blind Willie McTell si ricordano bene i fan dei White Stripes: quando Jack White era ancora in duo con Meg, sono state diverse le canzoni del repertorio del tenore della Georgia, famoso per aver utilizzato quasi esclusivamente chitarre a dodici corde, interpretate dalla coppia. Quanto a Charley/Charlie Patton, si tratta ovviamente del "padre del blues del Delta", considerato uno dei musicisti più importanti attivi in Nord America nel Ventesimo secolo (morì nel 1934). I Mississippi Sheiks, amati anche da Rory Gallagher, furono attivi negli anni '30 e la loro Sittin' on Top of the World è stata riletta anche da Bob Dylan, i Grateful Dead, Frank Sinatra… e lo stesso Jack White.
La curiosità intorno al futuro di questa collana di ristampe è fortissima: non solo sarà interessante osservare la reazione del pubblico più giovane davanti a queste uscite, ma moriamo dalla voglia di sapere a quali altri nomi "quasi dimenticati" del blues si interesserà Jack White in futuro.
Anzi, ci permettiamo di dargli qualche suggerimento! Fermo restando che la situazione dei diritti su registrazioni così storiche è complicata, e la nostra non è altro che una wishlist di artisti che sarebbe bello poter rivedere in vinile, rimasterizzati e finalmente riconosciuti per la loro importanza da un grande ascoltatore di blues, e questa non è una novità, ma anche grande fan della semplicità in musica (la scorsa settimana, intervistato da Conan O' Brien alla PBS, White ha spiegato rimanere ispirato grazie a una lezione importante imparata quando lavorava come tappezziere: "per fare un buon lavoro bastano tre chiodini"). Ecco cinque idee semplici per Jack:
Elizabeth Cotten. La "nonnetta del blues" è uno dei tesori nazionali degli Stati Uniti. La mancina Elizabeth, autodidatta, suonava la chitarra senza riaccordarla, quindi il suo stile era unico e "al contrario", con il pollice che suonava la melodia. Di recente è stata riscoperta anche da Laura Veirs, che ha riletto Freight Train, scritta dalla Cotten ad appena 10 anni di età:
Skip James. Un timbro vocale che non ha davvero bisogno di presentazioni, e che dal momento della sua riscoperta, negli anni '60, ha ispirato in maniera massiccia Eric Clapton, sia con i Cream che da solista:
Mississippi John Hurt. Forse il più visibile dei musicisti di questo piccolo elenco e uno fra quelli con più impatto presso almeno due generazioni di musicisti folk e rock, la sua intricata discografia è stata oggetto di attenzione anche da parte della Library of Congress degli Stati Uniti, ma ciononostante un focus sulla sua produzione manca dai negozi di dischi dal almeno un ventennio (nel 1993 uscì un'antologia dedicata alle sue registrazioni dal vivo):
Big Bill Broonzy. Qui sì che Jack White si divertirebbe: in quattro decenni di attività il chitarrista e violinista cresciuto in Arkansas ha registrato oltre 200 canzoni, molte delle quali dalla tradizione folk (e molte delle quali con errori nell'indicazione del nome del musicista). Se non altro, occuparsi di lui permetterebbe un recupero di questo autentico tesoro:
Jessie Mae Hemphill. E per finire, qualcosa di elettrico: normale che sia così, quando si tratta della più "giovane" di questo piccolo gruppo di artisti (nata nel 1923, la chitarrista è morta nel 2006). Riscoperta grazie alla colonna sonora di Black Snake Moan fra 2006 e 2007, probabilmente non attirerà l'attenzione di Jack White perché la sua produzione è troppo recente. Però sarebbe bello se…